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22 giugno 2005
Il quadro delle meraviglie
Cervantes in Sicilia

IL QUADRO DELLE MERAVIGLIE
di Miguel de Cervantes
Progetto scenico e regia di Gioacchino Palumbo
TEATRO DEL MOLO 2 – CATANIA Con:
Aldo Toscano,  Giovanni Calcagno,  Rosangela Calcagno, Amalia Contarini, Anna Fausto,  Salvatrice Garraffo,  Alessandro Nicolosi, Emanuela Nicolosi, Savì Manna,  Tania Paponelli,  Rosario Petix, Iridiana Petrone,  Salvatore Ragusa,  Maria Rosa Perri,  Salvo Scandurra, Giuseppe Severini  Nina Vazzano  Francesco Virgillito.

Musiche originali           Alessandro Nicolosi  Giuseppe Severini
Scene                            Emanuela Nicolosi
Costumi                         Luigi Virgillito
Scenografie e costumi (realizzazione) Gruppo Badarnù
Direzione organizzativa Carmelo Fichera
Produzione esecutiva    Teatro del Molo 2
Coproduzione               Gruppo Badarnù
Aiuto regia                    Giovanni Calcagno
Regia                            Gioacchino Palumbo


NOTE ALLO SPETTACOLO
Lo spettacolo è basato su un divertente e folgorante intermezzo teatrale di Miguel de Cervantes, “El Retablo de las Maravillas”, ampliato e trasformato in un corrosivo testo drammaturgico dal poeta francese Prévert.
Lo scrittore-drammaturgo spagnolo, i cui intermezzi teatrali sono spesso dei piccoli capolavori a torto considerati opere minori, anticipa in quest’opera, unico tra gli autori del “siglo de oro”, situazioni di teatro nel teatro. E forse più che in altre opere realizza qui il suo progetto di un teatro concepito come “specchio della vita umana, riflesso dei costumi e immagine della verità”. Il suo testo, amaro, pungente, mai rassegnato, ancora attualissimo, fornisce a Prévert, il poeta animatore del Gruppo Ottobre nella Francia degli anni ’30, lo spunto per la riscrittura di un’opera dai toni marcatamente satirici.
Ambientato in una Spagna senza tempo, il testo narra di una compagnia di attori girovaghi, cantastorie che vagano di paese in paese, di villaggio in villaggio, proponendo uno spettacolo fantasma, “Il quadro delle meraviglie”, interamente basato sulle visioni immaginate dagli spettatori – i notabili e le dame del paese – suggestionati dal potere evocativo delle parole degli attori-cantastorie. Ed è questo piccolo spettacolo effimero e illusorio a cambiare le abitudini e i pregiudizi degli abitanti, e ad aprire nuovi orizzonti.
I temi della festa, della meraviglia, dell’illusione, del sogno, dell’immaginazione, delle apparenze, dell’onore, dello spettacolo mirabolante – tratti tipici della cultura barocca – sono tutti presenti in questa opera teatrale del più grande autore del ‘600.

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